“Da grande vorrei…”. Un viaggio nell’immaginario dei bambini, alla ricerca di talenti, sogni e desideri.
Vi proponiamo un viaggio… nella fantasia e nell’immaginazione dei bambini ai quali abbiamo fatto diverse domande sull’argomento e che ci hanno aiutati a orientarci nel mondo dei sogni e dei desideri, attraverso interviste e disegni.
I bambini vanno ascoltati, la loro autenticità e concretezza ci aiuta a recuperare dimensioni spesso dimenticate come quella del piacere di sognare e desiderare qualcosa, ma restando ben ancorati alla realtà.
Quando parliamo di talento possiamo cadere nell’equivoco: non è competizione, ricerca sfrenata di primeggiare, di essere sempre i migliori, tutt’altro! Ogni bambino ha uno o più talenti, cioè punti di forza (intelligenze) che possono essere sostenuti e sviluppati con attenzione, delicatezza e tempestività. Sostenere e incoraggiare i desideri e le passioni dei bambini aiuta a sviluppare anche le aree in cui si sentono meno forti e sicuri. Se, per fare un esempio, un bambino ama arrampicarsi, correre, saltare…e invece è meno sicuro nella comunicazione e nel linguaggio, è proprio dal movimento che dovremo partire! In ballo c’è sempre l’autostima del bambino, senza di essa non si procede ed egli fa troppa fatica.
Che dire del desiderio? Il desiderio è una componente fondante dello sviluppo sano del bambino di oggi, l’adolescente di domani, l’adulto di dopodomani! Il desiderio è un motore, una spinta attraverso cui il bambino cerca i mezzi e le risorse per raggiungere un obiettivo, un traguardo per lui importante. Il ruolo del genitore è fondamentale: invece di prevenire ogni richiesta (anche quando non espressa!), egli deve farsi regista, guida e compagno discreto e stimolare il bambino all’attivazione e al superamento degli ostacoli e delle possibili frustrazioni.
Attenzione a non ridicolizzare, nè sminuire o criticare i sogni espressi dai nostri bambini: quando un bambino ci racconta un suo desiderio, non gli interessa sentirsi dire se è realizzabile o meno, quello che chiede è essere ascoltato attentamente e consolato se reduce da una delusione!
Allora partiamo?
di Marzia Mirabella, pedagogista Happy Child
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