Parola d’ordine: talento!
Valore, dono, dote, ricchezza…sinonimi ma tutti in relazione alla stessa parola: TALENTO!
Ognuno di noi possiede almeno un talento, spesso non ne siamo consapevoli, viviamo convinti di non averne e osserviamo con ammirazione chi, mostrando doti particolari, viene definito un genio! Quando osserviamo un bambino, però, non possiamo fare a meno di meravigliarci della semplicità, rapidità con cui è in grado di esplorare, apprendere, fare scoperte eccezionali e proporre all’adulto le proprie ipotesi e teorie sul funzionamento del mondo intorno a lui. Non è talento questo?
I bambini hanno tanto da insegnare agli adulti, basta osservarli e sostenerli nel loro percorso di autorealizzazione. L’adulto ha un ruolo e una responsabilità tutt’altro che semplici: deve sostenere, accompagnare, sviluppare le competenze del proprio bambino, ma senza iper-stimolarlo, interrogarlo e, soprattutto, senza creare in lui aspettative e proiezioni personali. Non esiste apprendimento laddove non c’è gioco, piacere, relazione e libertà.
Le neuroscienze forniscono contributi importanti a sostegno: oggi conosciamo molto meglio il funzionamento e l’evoluzione delle strutture cerebrali del bambino, sappiamo che le prime esperienze vissute dal neonato sin dai primi istanti di vita, insieme al potenziale derivante dall’eredità genetica, sono fondamentali per le successive tappe di sviluppo. Inoltre, le relazioni di affetto, amorevoli e stimolanti con le figure familiari ed educative di riferimento, il ruolo delle interazioni e stimolazioni precoci, l’identificazione di “periodi sensibili” nella strutturazione dei circuiti neuronali e nell’acquisizione di specifiche abilità, vengono ad assumere valore scientifico. Esiste un profondo legame di reciprocità tra bagaglio genetico e influenza ambientale, tra apprendimento e contesto. Risulta importante, dopo queste considerazioni, pensare e realizzare progetti e interventi educativi che rispettino la ricchezza di potenzialità dei primi anni di vita, la sensibilità di tale fascia di età, evitando forzature didattiche o anticipazione delle tappe di sviluppo.
Happy Child fonda la propria pedagogia su questi fondamenti scientifici, proponendo una pedagogia e educazione tempestiva e positiva: il bambino apprende in modo naturale, gioioso, senza forzature, in linea con le varie fasce d’età e tappe evolutive. Il bambino è portatore sano di talento e capacità: viene lodato in caso di successo e stimolato a riprovare in caso di insuccesso. Autostima e fiducia in sé sono i pilastri su cui è possibile costruire tutto il resto.
Il metodo dell’Educazione Tempestiva di Happy Child si declina in molteplici attività, presentate quotidianamente e incoraggia il bambino a sperimentarsi in prima persona nell’ambito di campi d’esperienza e aree fondamentali:
Area linguistica
I bambini piccoli, secondo alcune ricerche, riescono a percepire e a distinguere tutti i suoni in qualsiasi lingua e, grazie alle prime esperienze neurosensoriali, sviluppano meccanismi e competenze per esprimersi nella propria lingua madre. Quanto prima i bambini sono coinvolti nell’apprendimento di una lingua, più naturale sarà comprenderla e usarla. Fino agli otto anni la capacità di imparare una seconda lingua è pari all’apprendimento della prima, mentre poi declina inesorabilmente! Ecco perché in tutte le strutture HC è prevista la presenza della lingua inglese che non viene insegnata ma offerta ai bambini in maniera fluida, giocosa e stimolante!
Consigli per i genitori: individuate a casa uno spazio e un tempo dedicati e giocate con la lingua inglese (o francese, spagnola, cinese…) insieme al vostro bambino, utilizzate libri chiari e stimolanti, video, racconti… Non interrogate il bambino!
Parola d’ordine: divertimento!
Area neuromotoria
Attraverso l’utilizzo funzionale e coordinato dell’attività motoria, il bambino impara a riconoscere il proprio corpo e la propria fisicità, comincia ad interiorizzare il concetto di spazio e di tempo e stimola quelle funzioni mentali che, seppur non strettamente dipendenti dal corpo, sono con esso in un rapporto di forte circolarità (intelligenza, linguaggio e comunicazione, affettività, coscienza). Al bambino, a seconda dell’età e della propria tappa di sviluppo, vengono proposti giochi e percorsi divertenti e stimolanti, basati sullo strisciare, rotolare, dondolare, gattonare, camminare, correre e saltare…
Consigli per i genitori: Per i bambini più piccoli: organizzate un setting di gioco morbido e accogliente con un materasso, cuscini, specchi se possibile, tipologie diverse di materiale, anche di recupero… Giocate con il bambino, fatelo dondolare, rotolare, lodatelo e abbracciatelo, ma non forzatelo! Per i bambini più grandi: se possibile fate con il bambino giochi all’aria aperta, saltate insieme a lui, fate piccole gare di corsa, andate a nuotare, in bicicletta, fate tutto ciò che gli procura piacere ma non forzatelo, non eccedete in attività fisiche – sportive.
Parola d’ordine: piacere!
Area Musicale
Il bambino è musica, è immerso in un contesto sonoro da sempre e da sempre è in grado di fare musica! L’esperienza musicale precoce migliora il modo in cui il cervello elabora la lingua parlata e lo aiuta a distinguere suoni in rapida variazione, competenza fondamentale per l’acquisizione anche di una lingua straniera! E’ stato inoltre dimostrato scientificamente il legame tra educazione musicale e abilità di apprendimento matematico. Le aree cerebrali coinvolte sono numerose: la corteccia prefrontale, motoria, somatosensoriale, parietale, occipitale, cervelletto, amigdale e talamo! La fruizione non è mai passiva e al bambino deve venire offerto un ventaglio di proposte il più variegato possibile, comprendendo l’ascolto di musica di qualità come quella classica o jazz, canti melodici senza parole (Music Learning Theory di E- Gordon), lasciando piena libertà percettiva ed espressiva alle risposte musicali e motorie del bambino…
Consigli per i genitori: spaziate tra generi di musica diversa, proponete al bambino anche quella che piace a voi, non limitatevi alla musica per bambini. Lasciate libero il bambino di “rispondere” fisicamente ed emotivamente ai suoni, non chiedetegli di cantare o imparare a memoria, rispettare le reazioni emotive del bambino e i suoi gusti personali. La musica può anche essere usata come sottofondo o rituale di scansione delle routines quotidiane.
Area matematica
Il processo di conoscenza del bambino, fin dalla nascita, si basa sull’osservazione e sulla sperimentazione del reale attraverso l’utilizzo di un sistema sensoriale molto sviluppato, grazie ad una percezione immediata, globale e diretta dello stimolo. Il neonato possiede in sé la competenza innata di rilevare e riconoscere piccole quantità, oltre che variazioni di quantità, indipendentemente dalla conoscenza di strumenti, simboli e concetti astratti. Parliamo di una competenza matematica non ancora astratta e simbolica. Questo potenziale è poco stimolato, nonostante l’intelligenza logico-matematica sia una delle intelligenze che i bambini possiedono fin dalla nascita.
Consigli per i genitori: non insegnate la matematica al vostro bambino, siate semplicemente consapevoli del fatto che il bambino riconosce e possiede la dimensione logico-matematica e che ve lo dimostrerà quando meno ve lo aspettate! L’approccio positivo, personalizzato e tempestivo intende offrire a tutti i bambini la possibilità di esprimere le proprie doti, i propri talenti, la propria creatività, evitando qualsiasi tendenza a uniformare e standardizzare livelli di competenze. Fondamentale il ruolo della famiglia, i genitori in primis, in termini di corresponsabilità educativa, reciprocità e alleanza educativa.
Marzia Mirabella, pedagogista
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